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ESCLUSIVA – Intervista a Roberto Savi, l’ex capitano biancorosso molto apprezzato tutt'ora dai tifosi del Grifo

Immagine del redattore: artigliodelgrifoartigliodelgrifo

"UN CAPITANO, C'E' SOLO UN CAPITANO” è un coro che si tramanda da diversi anni, ma il primo giocatore a cui è stata cantao è l'indiscusso Roberto Savi, capitano del Perugia nelle stagioni 1992/93 e 1993/94. Un Capitano con gli attributi, ci ha messo sempre la faccia, anche nei frangenti più bui. A dimostrazione di quanto Savi rappresenti una delle bandiere biancorosse più apprezzate nella storia del Club. Uno dei “capitani” più amati e rispettati del tifo biancorosso.


Abbiamo deciso di dedicare questa intervista a un ex storico capitano molto noto e amato, che ha lasciato un’impronta significativa nel calcio perugino e ha saputo conquistare l’affetto dei tifosi di Perugia. Roberto Savi, uno degli artefici della promozione dalla Serie C alla Serie B, è stato ospite martedì scorso della nostra trasmissione "La Casa del Grifone" condotta da Chiara Pasqui nei nostri canali webTV Artiglio del Grifo. Nello studio presenti Daniel Mosca, membro di "Quelli del Santa Giuliana" e Matteo Bigi, il tifoso amico del Clan di Contropiede, oltre ai nostri volti di Chiara Pasqui, la lady dell'Artiglio, Daniele Rubini, la voce dell'Artiglio e Federico Ceccarini, il boss dell'Artiglio.


Hai vissuto l'epoca più bella di Luciano Gaucci.  Ci racconti un aneddoto che ti è rimasto più a cuore?

Tutti i giorni era un aneddoto con Luciano Gaucci che era proprio un tormentone con i suoi giocatori e con la sua voglia di vincere e di far vincere il suo Perugia. É stata un’epoca bellissima ed è stato bellissimo essere capitano di quel Perugia di primo livello. 

Era un pomeriggio assolato quel giorno ... è  il 93' di Perugia-Salernitana quando in diagonale al volo fulmini Genovese, fai esplodere il "Curi"e regali il successo al Grifo!!! Cosa ricordi a distanza  di anni?

Gli anni passano ma le partite, specialmente quando fai gol, te le ricordi come fosse ieri. Questo è un gol che faccio vedere ai ragazzi che io alleno. È un ricordo che vive tutti gli anni perché c’è sempre  qualcuno che me lo fa rivedere. Provo ancora le emozioni di quel 90 minuto perché vincere al 90' è sempre una gioia. Questo è stato  il mio miglior gol con il Perugia, ma in altre società ho avuto sempre la fortuna di fare gol belli. E' uno dei tre gol piu belli della mia carriera. 

Quale è la ragione che lega così tanto un calciatore, nel tuo caso un capitano, a Perugia?

Per me il calcio è qualcosa di grande come quando lo giocavo e potessi giocare domani mattina rigiocherei perché allenare è una bella cosa e insegnare il calcio ai ragazzi è la mia passione ma quello che vivi da giocatore è una cosa che vorresti che non finisce mai e quindi la rivivo sempre con molte emozione e molta felicità. 

E per quale motivo, secondo te, sei ancora amato ed apprezzato così tanto dai tifosi del Perugia?

È stata la mia genuinità del mio modo di essere cioè io giocavo perché il pallone per me era tutto e forse mi sono comportato come una persona normale. Ci mettevo la faccia nei bei momenti ed anche in quelli più difficili: lo facevo in modo genuino perchè il calcio è quello a 180 gradi senza pensare che eri capitano del Grifo e giocatore importante. Ero una persona molto fortunata a fare quel lavoro e a essere alla guida di una città. 

Un ricordo per Mimmo (il capo degli ultras)?

Mimmo viveva per il Perugia ma lo faceva anche in una maniera  molto corretta nei riguardi delle altre squadre. quindi è giusto che sia ricordato come una persona numero uno.

Quale è stato il segreto per instaurare un buon rapporto tra squadra e tifosi?

È sempre l’impegno. Penso se un tifoso vede la sua squadre a impegnarsi, correre e non lasciare niente di tentato capisce e va avanti a tifare la squadra. Invece quando vede alcuni giocatori che commettono degli errori e che poi hanno poco impegno nel lottare fino al 90' si crea un pò di distacco. È chiaro che per vincere i campionati si devono allineare bene tutte le fase dall’allenatore ai giocatori fino alla società.  Sentivo dire che ci sono anche degli infortuni e questo non è un momento facile per la squadra e va sostenuta come sapete farlo bene dalla Curva perché il giocatore lo sente come sente gli applausi sente anche i mugugni. Questo è il momento in cui magari si ha più bisogno del rapporto del tifoso vero che da una mano.

E Roberto Savi saluta cosi:

FORZA GRIFO, NON MOLLATE MAI!!

Noi del direttivo 'Artiglio del Grifo' e de "La Casa del Grifone" ringraziamo di cuore il grande Roberto Savi che è stato il gradito ospite di questa nostra quarta puntata. Per chi se la fosse persa, CLICCA QUI per vederla! Ringraziamo tutti i partecipanti, siete stati tantissimi! E vi aspettiamo per la quinta puntata... A breve annunceremo gli ospiti!



Per l'Artiglio del Grifo

Chiara Pasqui

Daniele Rubini

Federico Ceccarini





 
 

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